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31/08/2013
La creatività del vedere
"L'artista è artista e non ha bisogno di essere definito per il suo sesso. Pensiamo però che ci siano dei modi diversi di guardare alle storie". Non, quindi, l'appartenenza a un genere specifico, ma l'espressione di un modo diverso di vedere le cose e affrontare le sfide. Questa la filosofia degli incontri che si affiancano alle immagini della sezione Miu Miu Women's Tales. Una premessa doverosa espressa da Giorgio Gosetti, in questa occasione calato nel ruolo di moderatore dell'incontro La creatività del vedere, tenuto alla Sala Tropicana - Luce Cinecittà dell'Hotel Excelsior, a cui hanno partecipato Ava DuVernay e Hiam Abbass registe rispettivamente del quinto e del sesto cortometraggio della serie Miu Miu Women's Tales. Ad accompagnare le autrici c'erano anche l'attrice Gabrielle Union per The Door, e l'interprete Roberto Zibetti per Le Donne della Vucciria.

Tante le riflessioni espresse in questo viaggio suggestivo dagli Stati Uniti alla Sicilia, passando per la Palestina. Tra tutte quella potente sull'amore. "È una delle cose più profonde che possiamo esplorare come registe e in fondo è la base delle storie della maggior parte dei film", ha raccontato Ava DuVernay.

Il desiderio comune di tratteggiare in modo romantico i due corti, è stato motivato dal fatto che per entrambe le registe, amore e moda, due aspetti della nostra quotidianità apparentemente disgiunti, abbiano in realtà molti punti in comune. Dalle parole delle registe è emerso che ogni persona è capace di amare e tutti i giorni è costretta ad affrontare questa prova; così come è costretto ad affrontare la moda ogni giorno. Per certi versi la creatività risiede sia nel rapporto tra le persone che in quello con il proprio corpo.

In questo contesto romantico si inseriscono la musica e i colori: "Per Le donne della Vucciria il mio approccio musicale è stato completamente diverso, volevo qualcosa di molto popolare e italiano che risultasse realistico nel contesto della storia", ci rivela Abbass. Per quanto riguarda la "temperatura" delle pellicole, Ava DuVernay ne ha rimarcato l'importanza: "i colori sono un elemento creativo notevolissimo, ci sono delle differenze cromatiche che appaiono immediate e decisive per lo sguardo".

Infine un riferimento al tema dell'identità, che evidentemente sancisce anche un intreccio tra moda, creatività e visione politica: "Quando si vuole essere artista in un paese come il mio - ha detto Abbass -, devi lottare contro tutti. Ma io non voglio essere rappresentata come una donna palestinese, come una lottatrice, voglio esistere semplicemente come voce".

Una visione politica precisa che appartiene anche a DuVernay. La regista vincitrice del Sundance con Middle of Nowhere, si appresta a dirigere Selma, un imponente progetto su Martin Luther King: "Gli uomini che hanno fatto la storia non sono mai stati raccontati dalle donne. Lo gireremo il prossimo anno ed è il primo lavoro di finzione sul personaggio".

"È un momento ricco di promesse e nuove possibilità per le donne e la loro creatività - ha proseguito DuVernay - gli uomini non possono più fare film senza una donna come eroina della storia, o senza il suo sguardo".

"Lo spirito del tempo - le ha fatto eco Abbass - sembra dirci che la donna si sta prendendo uno spazio maggiore nella società, ma resta vero che anche quando una donna ha grandissime doti nel campo dell'arte, della creazione o della politica, deve fare uno sforzo doppio o persino triplo per affermarsi".
[Giulia Zen]

Potete scaricare qui sotto la registrazione audio dell'incontro, zippata. Il file MP3 è in stereo e contiene su un canale la lingua originale e sull'altro la traduzione in inglese.

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